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Lettera a Babo Natale 2024

Mancano tre giorni a Natale... tutto lo racconta: gli addobbi e gli alberi natalizi riempiono le vie e le piazze delle città, mentre lucine colorate danzano su balconi e finestre. La gente corre alla ricerca del regalo perfetto, e folletti ed elfi attirano genitori e bambini nei grandi magazzini e nei negozi. Pacchetti, pacchettini, sacchetti e sacchettoni si accalcano sotto il braccio delle persone, che sorridono indaffarate.

Io, invece, caro Natale, devo chiederti scusa: quest’anno non riesco a sentirti, a viverti. Nonostante i miei sforzi di addobbare casa, accendere l’albero e le candele, o mettere musiche natalizie, dentro di me c’è solo tanta malinconia. E mi domando: da dove viene questa velata tristezza?

Forse è perché ho pochi ricordi di te, Natale, quando ero bambina… anzi, quasi nessuno. Non ricordo grandi pranzi di famiglia o vigilie trascorse a cucinare e fare festa. Ho un solo ricordo: mia nonna, che mi faceva mettere un bicchiere di latte e dei biscotti sotto un piccolo albero, e la mia trepidazione nel vedere, al mattino, se Babbo Natale li avesse graditi e avesse lasciato qualcosa per me.

Ricordo anche la messa di mezzanotte, che però mi sembrava più una sfilata di pellicce e vanità. Le persone erano lì per farsi notare, più che per aspettare Gesù. E poi c’erano i pettegolezzi su ogni look… che tristezza. Però, un momento speciale c’era: quando mi concedevano un sorso di vin brûlé caldo. Un piccolo piacere in mezzo a tutto il resto.

Circa 18 anni fa (ora ho 57 anni), ho scoperto il vero senso del Natale grazie a mio marito e alla sua famiglia. Con loro, ho vissuto per la prima volta l’attesa del Natale con entusiasmo, ansia e amore. Ma, anche lì, mi sono sempre sentita un po’ fuori luogo, come se fossi “in prestito”. Nonostante ciò, era così bello vedere quanto ti aspettassero, Natale. Era un modo nuovo, diverso, di viverti.

Quest’anno, però, sei lontano. È come se non meritassi di sentirti con il cuore di una bambina. Cercherò comunque di gioire guardando l’emozione negli occhi delle persone che amo mentre scartano i loro regali. E sono certa che li stresserò con mille domande per sapere se i miei doni sono piaciuti.

Una cosa però, Natale, te la prometto: ci metterò il cuore. Soffocherò quel nodo in gola che inevitabilmente arriverà, e lo trasformerò in un sorriso. Perché, anche se io non riesco a sentirti, vedere felici gli altri sarà il regalo più bello che tu, Natale, mi porterai.

Cinzia Macchi